Majazzin House Gallery è il nome che identifica una abitazione settecentesca, ex magazzino di cereali delle monache del Conservatorio del Carmine, in cui l’allestimento degli spazi varia grazie al susseguirsi di esposizioni di opere e installazioni di artisti contemporanei.
L’abitazione è quella di Sante Cutecchia, architetto e l’idea nasce grazie alla presenza di due artisti che in più occasioni hanno sperimentato simili progetti: Giovanni Matteo, illustratore, fumettista e pittore e Caterina Striccoli, ceramista, entrambi insegnanti di arte.

domenica 17 agosto 2014


 
 
Nell’estate del 2011 Sante Cutecchia parte a bordo della sua Vespa PK 125 alla (ri)scoperta del tratturo regio Melfi Castellaneta, coincidente in parte col tracciato della via Appia antica.

Partendo da approfondite ricerche bibliografiche e d’archivio, eseguite dall’autore sin dal 2009 per la redazione del Piano Comunale dei tratturi per i Comuni di Altamura e Acquaviva delle Fonti, il progetto si traduce in una campagna fotografica e in una narrazione del percorso, arricchita da annotazioni di tipo storico‐tecnico‐antropologico. Con un approccio divulgativo e narrativo, il “diario” racconta lo stato attuale dei luoghi interessati e la loro vita, passata e presente. Il viaggio, strutturato in nove tappe, e durato tre giorni, si completa con successivi sopralluoghi nelle diverse stagioni dell’anno fino alla primavera del 2013.

La pubblicazione del volume Il tratturo e la via Appia antica apre, invece, una nuova fase: l’autore riparte per i luoghi precedentemente attraversati per restituire il proprio lavoro alle comunità di riferimento, come strumento di conoscenza contro l’indifferenza e il disinteresse e quindi contro la perdita, il degrado e la svendita del patrimonio culturale comune. La presentazione del volume diventa un pretesto per condurre il pubblico presente nei luoghi descritti e interpretati da Sante Cutecchia, sull’Appia antica e il tratturo regio, attraverso una narrazione fatta di scatti fotografici, appunti di viaggio e atmosfere sonore elaborate da Francesco Massaro e Pino Basile; i suoni, che accompagnano e intermezzano le letture, in parte composti, in parte improvvisati, riecheggiano melodie arabo‐andaluse e mediterranee interrotte da graffianti momenti avant jazz.

 

Sante Cutecchia [appunti di viaggio, crackle box]

Francesco Massaro [sax, clarinetto, flauto, oggetti sonori]

Pino Basile [percussioni]