Majazzin House Gallery è il nome che identifica una abitazione settecentesca, ex magazzino di cereali delle monache del Conservatorio del Carmine, in cui l’allestimento degli spazi varia grazie al susseguirsi di esposizioni di opere e installazioni di artisti contemporanei.
L’abitazione è quella di Sante Cutecchia, architetto e l’idea nasce grazie alla presenza di due artisti che in più occasioni hanno sperimentato simili progetti: Giovanni Matteo, illustratore, fumettista e pittore e Caterina Striccoli, ceramista, entrambi insegnanti di arte.

lunedì 8 ottobre 2012




LORENZA CASAMASSIMA
Pubblica Amministrazione
11 - 28 Ottobre 2012 
Majazzin House Gallery 


"Questo mese Majazzin propone due opere pittoriche di grandi dimensioni dell’artista altamurana Lorenza Casamassima che ci permettono di confrontarci con due poli opposti della stessa arte: furore espressionista ed iperrealismo concettualizzato. Lo spettatore potrebbe essere tratto in inganno dalle palesi differenze stilistiche effettivamente esistenti tra le due opere, tanto da credere di essere di fronte a lavori di autori diversi; la nostra scelta di accostare due opere così lontane tra loro potrebbe spingerlo a giudicare l’artista incoerente o immatura o portarlo a pensare che in questa piccola esposizione ne voglia sintetizzare il percorso. Il modo più lucido per interpretare questa operazione è, invece, considerarla una proposta di riflessione sul mezzo pittorico,  riflessione resa possibile dalla grande versatilità e dalla libertà espressiva di Lorenza Casamassima.
In “Pubblica amministrazione” la pittrice riproduce dettagliatamente la visuale “maschile” di una piccola toilette, nel senso che lo sguardo dell’osservatore riconoscerà facilmente l’immagine che gli si presenta quando si posiziona di fronte al wc per orinare. Piastrelle fuori moda, la “tazza”che ha perso il suo candore per l’usura, la cassetta dello scarico cosparsa di oggetti che suggeriscono la promiscuità del bagno: un posacenere pieno di mozziconi, un accendino, l’involucro di un assorbente usato, un rotolo di carta igienica. La rappresentazione è impietosa: l’esigenza di interpretare il tema con un realismo che potremmo definire “fotografico” non proviene dall’ansia dell’artista di dimostrare la propria maestria,  né dalla necessità di accodarsi ad una delle tendenze più attuali del fare pittura. Casamassima riporta la realtà con freddezza e meticolosità perché è il modo più efficace per trasmettere il senso di squallore e di estraneità della scena. La sapiente elaborazione pittorica permette di soffermarsi su un’immagine fugace, registrazione visiva immediatamente scartata perché associata a necessità “basse” espletate con un senso di disagio, in un luogo poco intimo.  Lo stesso senso di estraneità, disinteresse e – diciamolo pure – schifo che proviamo nei confronti dei modi attualmente più diffusi  di esercitare poteri grandi e piccoli nel nostro Paese e nella nostra città.
La seconda opera in mostra, intitolata “Attesa”,  è una maestosa tela che colpisce immediatamente per la brutalità del gesto e la cupa eleganza dei toni. Alla lapalissiana evidenza del soggetto di “Pubblica amministrazione” si  oppogono sulle pareti di Majazzin le confuse ombre di questo grande dipinto: a stento si possono riconoscere due profili umani opposti che si fanno strada tra l’oro e il bruno di pennellate, dripping e spatolate dal ritmo sincopato, mentre appaiono più evidenti, contornate di un rosso brillante, le parti disarticolate di una bicicletta.  Arcaismo, ieraticità, richiami all’ambiente urbano ed alle caverne custodi di pitture rupestri, un cromatismo cupo ma elegante, un gesto selvaggio ma istintivamente misurato contribuiscono a popolare la sala di presenze misteriose, inafferrabili, ma che percepiamo  cariche di senso.
Non manca la continuità, tra questi due lavori così difficilmente accostabili. Sia la rappresentazione pedissequa della realtà che un pittorico flusso di coscienza, nel bagaglio di un’artista riflessiva e consapevole diventano strumenti utili ad intuire il contenuto delle pagine mancanti". 


Giovanni Matteo 


Lorenza Casamassima, 30 anni, nata ad Altamura, diplomata nel 2000 presso l'Istituto d'Arte "Carlo Levi" di Matera, perfezionatasi in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Bari nel 2005, ha frequentato il Master di Conservazione e Restauro a Palazzo Spinelli (Firenze).
Come pittrice ha esposto le sue opere nella mostra "I cinque sensi" (2007) ad Altamura ed ha tenuto la personale "Anamorfi" (2012) presso le Officine Culturali di Bitonto; come fotografa ha preso parte a "Public Art" (2009) e Rivisitazioni (2011).