L’Appia antica attraversa una terra spesso calpestata da distrazioni collettive che generano luoghi dimenticati, degradati, invisibili, senza confini precisi, scrigni di memorie e di frammenti di vite. Il CRP di Altamura è uno di questi luoghi marginali, uno spazio indeterminato, invisibile. Un terrain vague non sicuro, stretto tra le periferie di due città, occupato da alcuni edifici in rovina che ha visto il passaggio di prigionieri di guerra, militari, partigiani slavi, esuli e senza tetto: un luogo di permanenza temporanea raccontato attraverso le fotografie di Sante Cutecchia e i paesaggi sonori costruiti da Francesco Massaro, Mariasole De Pascali e Walter Forestiere. Completano la performance le letture di alcune testimonianze e documenti tratti dagli archivi dell’ISTITUTO PIEMONTESE PER LA STORIA DELLA RESISTENZA E DELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA ‘GIORGIO AGOSTI’ - L’Esodo istriano-fiumano-dalmata in Piemonte e della UNITED for Intercultural Action European Network against nationalism, racism, fascism and in support of migrants and refugees.
Majazzin House Gallery è il nome che identifica una abitazione settecentesca, ex magazzino di cereali delle monache del Conservatorio del Carmine, in cui l’allestimento degli spazi varia grazie al susseguirsi di esposizioni di opere e installazioni di artisti contemporanei. L’abitazione è quella di Sante Cutecchia, architetto e l’idea nasce grazie alla presenza di due artisti che in più occasioni hanno sperimentato simili progetti: Giovanni Matteo, illustratore, fumettista e pittore e Caterina Striccoli, ceramista, entrambi insegnanti di arte.
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